FAQ sull'emergenza sanitaria Coronavirus

Ultimo aggiornamento 16.11.2020

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N.B.: Indicazioni in revisione costante. Fai sempre riferimento ufficiale ai più recenti Decreti, Ordinanze e indicazioni delle Autorità di Sanità Pubblica.
Per altre FAQ puoi consultare il sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Salute. Per segnalarne di nuove scrivi a redazione@ordpsicologier.it
Per altre indicazioni per la pratica professionale relative all'emergenza sanitaria Coronavirus consulta la pagina dedicata

In generale nella zona arancione per spostarsi verso altri Comuni è necessario dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti - quindi motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute – compilando l’apposita autodichiarazione.
Pertanto, fermo restando che è fortemente raccomandato svolgere le prestazioni da remoto laddove possibile, lo psicologo che per svolgere l’attività professionale debba recarsi in un Comune diverso da quello di residenza potrà spostarsi autocertificando lo spostamento per ragioni lavorative, mentre il paziente residente in altro Comune potrà autocertificare lo spostamento verso lo studio dello psicologo per motivi di salute. In quest’ultimo caso non è necessario che lo psicologo rilasci al paziente ulteriori attestazioni, tuttavia se il paziente ne dovesse fare richiesta potrebbe essere utile che il professionista rilasci al paziente una comunicazione che confermi l’appuntamento e la necessità di procedere in presenza, da allegare all’autocertificazione.
In generale, l'attività professionale psicologica ("comprovate esigenze lavorative e di salute"), da DPCM 9 marzo 2020, DPCM 11 marzo 2020, DPCM 22 marzo 2020, DPCM 10 aprile 2020 - afferendo ai codici Ateco 86 - non è mai stata formalmente interrotta. Tuttavia il DPCM 03/11/2020 in ordine alle attività professionali, ha raccomandato che esse siano attuate anche mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte in modalità a distanza.
Il principio di fondo, che ciascuno è tenuto a rispettare attentamente, rimane quindi quello di svolgere le attività in presenza soltanto laddove necessario, per rinviarle o sostituirle ogni qual volta sia praticabile con altre modalità di interazione (videochiamate, consulenze telefoniche, smart working, etc.).
A maggior ragione, con l'attuale rapido peggioramento del quadro epidemiologico nazionale e internazionale, e la prevedibile complessità del periodo autunno-inverno 2020/2021, la condotta professionale delle psicologhe e degli psicologi deve improntarsi al principio di massima precauzione, a tutela propria e dei propri utenti.

Un semplice criterio decisionale può essere questo:
  1. La prestazione è erogabile tramite strumenti a distanza? Usali.
  2. La prestazione non è erogabile tramite strumenti a distanza, ed è clinicamente opportuno non differirla? Svolgila, ma solo con l'applicazione di rigorose norme igienico-preventive.
E’ fondamentale, in un periodo di difficoltà nazionali e ansie sociali diffuse, garantire al meglio le nostre funzioni ed il nostro ruolo professionale, clinico e sociale, a tutela del benessere psicologico della popolazione. L’impatto psicologico della pandemia in corso sta creando difficoltà significative a singoli, famiglie, organizzazioni, cui gli psicologi possono e devono dare risposta garantendo – con adeguate modalità attuative e attente misure di sicurezza – l’assistenza necessaria ai cittadini che ne necessitano, e ne necessiteranno anche nel medio-lungo termine.
Per quanto riguarda attività di consulenza in studio/ambulatorio, si deve valutare con grande attenzione e con criterio cautelativo la loro effettiva non rinviabilità e/o non sostituibilità con forme di interazione a distanza.

Se si ritiene comunque clinicamente necessario il proseguire in presenza,  è doveroso rispettare in modo estremamente rigoroso le precauzioni igieniche indicate dal Ministero della Salute e le linee di indirizzo della Regione Emilia-Romagna per la riattivazione dei servizi sanitari.

Professionista e paziente devono essere del tutto asintomatici e non presentare fattori epidemiologici di rischio (convivenza, frequentazione o contatti con soggetti positivi, sospetti o a rischio, etc.). Se vi sono sintomi anche leggerissimi (febbre, tosse, dispnea, mal di gola), o anche solo sospetti su potenziali fattori di rischio epidemiologico del professionista o del paziente, gli appuntamenti in presenza devono essere rinviati senza eccezioni.

Il DPCM 26 aprile 2020 prevede (art. 3, comma 1, lettera a): "il personale sanitario si attiene alle appropriate misure per la prevenzione della diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dalla normativa vigente e dal Ministero della salute sulla base delle indicazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità e i responsabili delle singole strutture provvedono ad applicare le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti fornite dal Ministero della Salute". Devi quindi rigorosamente applicare in ogni caso, a tutela tua e dei tuoi clienti, le precauzioni raccomandate dall'Istituto Superiore di Sanità (https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/):
  • Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
  • Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione: bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per almeno 60 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcol con almeno il 70% di alcol.
  • Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate.
  • Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci; usa fazzoletti monouso.

Anche se le indicazioni Ministeriali sono di tenere 1 metro di distanziamento, per criterio maggiormente prudenziale rispetto al rischio “droplets” durante la prolungata interazione in ambiente chiuso - secondo le definizioni ECDC e MinSalute, i contatti stretti sono quelli in ambiente chiuso per oltre 15 minuti a meno di 2 metri di distanza - è opportuno tenere una distanza di almeno 2 metri durante i colloqui.

Con riferimento all’utilizzo della mascherina, il DPCM 03/11/2020 ha confermato “l’obbligo di indossarla nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all'aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e solciali, nonchè delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”. Pertanto, lavorando in studio/ambiente chiuso l’utilizzo di questo dispositivo rimane obbligatorio, ad eccezione dei seguenti casi:
  • bambini di età inferiore ai sei anni;
  • soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina, nonché coloro che per interagire con i predetti versino nella stessa incompatibilità;
  • soggetti che stanno svolgendo attività sportiva.
Anche in questi casi, comunque, vista la situazione di potenziale fragilità di molti di questi soggetti, si raccomanda l'uso delle mascherine ogni qual volta sia possibile farlo.

Evita il contatto fisico (ad es., strette di mano).
Tieni sempre a disposizione un dispenser di soluzione igienizzante idroalcolica da usare e far usare ai pazienti, anche prima dell'eventuale manipolazione di test, materiali diagnostici, giochi per bambini. Valuta come comunicare in modo sereno la richiesta di farne uso.

Ricordati inoltre di igienizzare regolarmente e accuratamente le superfici di lavoro e arredamento (tavoli, sedie, braccioli e poggiatesta di poltrone, maniglie interne ed esterne, campanelli, interruttori, tastiera/mouse, POS, etc.) e tutti gli oggetti ad uso condiviso (materiali testistici, cancelleria, etc.), ogni volta tra un paziente e l’altro; usa disinfettanti adeguati (a base di ipoclorito di sodio 0,1% per i pavimenti o 0,5% per piccole superfici; perossido di idrogeno allo 0,5%; alcol almeno al 70%). Puoi valutare l'uso di telini monouso per le poltrone, soprattutto se di difficile igienizzazione.
Usa il tempo tra un appuntamento e l'altro per le procedure di igienizzazione.


Arieggia molto bene e regolarmente tutti i locali.
L’utilizzo degli impianti di condizionamento e di ventilatori è consentito alle condizioni indicate nell’Ordinanza Regionale 6 giugno 2020.
In particolare:
Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni. In ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. Se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore, garantendo il mantenimento delle portate. Nei servizi igienici va mantenuto in funzione continuata l’estrattore d’aria

In caso tu abbia una sala d'attesa, tieni maggiormente distanziate le sedie, ed elimina materiali di gioco/lettura lasciati a disposizione dei clienti.
E’ doveroso atto di responsabilità il distanziare gli appuntamenti, per evitare che i pazienti si incontrino, e far accedere solo una persona alla volta (un accompagnatore è possibile solo straordinariamente, in caso di paziente che necessiti realmente di assistenza/accompagnamento continuo, e mantenendo comunque il social distancing).

Regola di buon senso, lavorando a contatto con altri, è il verificare quotidianamente la propria temperatura e stato di salute.
In caso anche solo di leggera febbre o altri sintomi come tosse e dispnea, o di tuoi contatti con persone a rischio, SOSPENDI IMMEDIATAMENTE la tua attività, o passa a modalità online.
Idem laddove tu presentassi fattori di particolare rischio clinico personale (età avanzata o significative patologie pregresse, che sembrano correlabili a maggiore gravità clinica degli effetti di COVID-19, quali ad esempio ipertensione o diabete).

Rispettando le regole di cui sopra, non è obbligatorio far sanificare professionalmente gli studi (ad es., con ozono) nè farlo certificare; nè è obbligatorio utilizzare schermi di plexiglas come separatori, e non è neppure necessario obbligare il paziente a firmare autodichiarazioni scritte di asintomaticità, sebbene si tratti di misure di sicurezza volte a garantire una maggiore tutela del professionista.
Quella online è una modalità di lavoro che - in questo periodo - può essere molto utile, fortemente incoraggiabile e concretamente da prioritizzare ogni volta che sia possibile attuarla (seguendo sempre le Raccomandazioni del CNOP del 2017 e le recenti Linee di indirizzo per l'intervento psicologico a distanza a favore della popolazione nell'emergenza covid-19), per minimizzare i rischi potenziali legati agli incontri in presenza.
Chiaramente l'uso del mezzo va a modificare il setting, e può non essere adatto per tutte le attività o tutti i pazienti; analizzare la fondatezza della domanda, l’effettiva applicabilità nel caso specifico e le dimensioni di set/setting è quindi sempre buona prassi e responsabilità del clinico, che dovrà curarne attentamente gli aspetti relazionali, di privacy, consenso informato e sicurezza.

E’ necessario aggiornare il tal senso il Consenso Informato e Privacy, inviabili anch’essi per via telematica, e il Registro dei Trattamenti ai sensi del GDPR. E’ bene precisare che, anche in caso di prestazione a distanza, è importante che il professionista acquisisca due tipologie di consenso: il consenso informato al trattamento sanitario e il consenso informato al trattamento dei dati personali.
In particolare, nell’ipotesi in cui si debba proseguire con modalità telematiche un rapporto professionale già in corso, posto che lo psicologo abbia già raccolto i dati dei suoi assistiti e acquisito i due consensi sopra indicati:
•    sarà necessario sottoporre nuovamente alla persona assistita il consenso informato al trattamento sanitario (o, in alternativa, una integrazione di quello precedentemente sottoscritto), fornendo tutte le informazioni utili a chiarire le nuove modalità di lavoro (ad esempio tipo di tecnologia utilizzata: Skype, WhatsApp, o altro; informazioni relative alla sicurezza e riservatezza del setting, possibilità o meno di registrare le sedute, modalità e frequenza delle stesse etc.) chiedendo apposito consenso alla prosecuzione del rapporto professionale nelle nuove modalità;
•    non sarà necessario chiedere un nuovo consenso al trattamento dei dati personali, se le finalità di trattamento siano sempre le stesse originariamente autorizzate (diagnosi, terapia, contatti, sedute etc.).
Nell’ipotesi, invece, in cui si debba iniziare un rapporto professionale con modalità telematiche, lo psicologo dovrà acquisire entrambi i consensi sopra indicati.
MODALITA’ DI ACQUISIZIONE : Il consenso informato va acquisito preferibilmente per iscritto, pertanto si invia al paziente il modulo che deve essere rispedito sottoscritto, anche con modalità telematiche, al professionista che lo terrà nella sua cartella. In mancanza, il consenso si può ugualmente ottenere con uno scambio conforme di email (il professionista invia una email (meglio se pec) nella quale dettaglia modalità e finalità dell’intervento ed il paziente risponde a quella stessa email dicendosi consapevole di quanto gli è stato descritto e concorde. In mancanza anche di questo mezzo, ovvero in caso di indirizzi email non immediatamente riconducibili al paziente, il professionista potrà anche registrare o video registrare la sua spiegazione circa le modalità e finalità dell’intervento acquisendo una dichiarazione conseguenziale di consapevolezza su quanto illustrato e di volontà nel procedere nel senso indicato. Il dato essenziale è che rimanga una traccia del consenso che sia riconducibile alla persona che lo ha espresso.
Si dovranno inoltre considerare gli aspetti pratici legati alla privacy del set e del setting (un paziente isolato in casa con la famiglia può avere difficoltà a trovare uno spazio adeguato per lo svolgimento tranquillo e riservato della seduta; utile l’uso di cuffia e auricolari, etc.).

La consulenza online o telefonica, se esperti del suo uso, potrà essere molto preziosa proprio per i pazienti che possono trovarsi in situazioni di quarantena; nel qual caso la si può proporre come utile forma di supporto e/o continuità della relazione clinica. Più in generale, molti pazienti vivono attualmente situazioni in cui gli aspetti relazionali, emotivi e organizzativi della propria vita quotidiana subiscono limitazioni o modifiche spesso problematiche; l'uso di canali a distanza per fornire in questo periodo un supporto, monitoraggio o contatto regolare può essere particolarmente rilevante.

Anche molte attività di formazione possono essere utilmente sostituite, con adeguate accortezze, dall'uso di piattaforme di videoconferencing (anche per la didattica teorica nelle Scuole di Psicoterapia).
Per appuntamenti in presenza si deve valutare con grande attenzione e con criterio cautelativo la loro effettiva non rinviabilità e/o non sostituibilità con forme di interazione a distanza, laddove possibile, pur nella consapevolezza della difficoltà relativa.
I bambini sono spesso meno attenti alle norme igieniche generali; pertanto, nel caso li dovessi vedere in studio per esigenze cliniche, presta particolare attenzione alla più che rigorosa igienizzazione di oggetti, libri, giochi, tappetini e superfici con cui sono entrati in contatto, tra ogni paziente e l’altro.
Allo stesso modo, considera che solitamente le interazioni con i bambini sono più ravvicinate rispetto a quelle con gli adulti, con conseguente maggiore rischio di esposizione; se dunque, a norma del DPCM 03/11/2020 non è strettamente obbligatorio utilizzare le mascherine chirurgiche da parte di minori di 6 anni o di soggetti con disabilità che non la tollerino, rimane comunque consigliabile farne uso ogni volta che sia possibile.
A livello puramente informativo, anche se il Coronavirus sembra essere clinicamente meno pericoloso in età pediatrica, i bambini possono essere veicoli di contagio verso terzi.
Per quanto riguarda le terapie di coppia/famigliari, si tenga presente che il social distancing non è obbligatorio tra famigliari e conviventi; pertanto è possibile che i membri della coppia/famiglia tengano tra loro posizione più ravvicinata; ma il professionista deve comunque mantenere da loro la distanza relativa (minimo 1 metro, fortemente consigliato 2 metri). 
Se lo studio permette di ospitare agevolmente le persone nel rispetto dei criteri igienico-preventivi precedentemente esposti, è quindi possibile svolgere attività clinica con una famiglia; il professionista rimane comunque responsabile della rigorosa applicazione dei criteri suindicati, evitando forme di assembramento in locali chiusi.
Attività psicologiche di gruppo, supervisioni collettive e formazioni di gruppo possono essere in potenziale contrasto, per le loro modalità attuative, con le regole di social distancing e con le recenti previsioni contenute nel DPCM 03/11/2020 che raccomanda fortemente di svolgere anche le riunioni private a distanza.
Suggeriamo quindi di svolgere le attività in presenza soltanto laddove strettamente necessario, per rinviarle o sostituirle ogni qual volta sia possibile con modalità di interazione a distanza, limitando al minimo il numero dei partecipanti in presenza e osservando l’obbligo di utilizzo dei DPI, nonché il rispetto dei protocolli in materia.
Per le attività in presenza occorrerà garantire, sotto responsabilità del professionista, il costante distanziamento sociale (minimo 1 metro, fortemente consigliato 2 metri) tra tutti i partecipanti, con uso costante e corretto di mascherine e di rigorose pratiche igieniche (gel idroalcolico all'ingresso, evitamento di contatto fisico, etc.). Il professionista deve tenere traccia certa di tutti i partecipanti, perchè in caso di successive positività di un singolo partecipante sarà necessario informarne tutti gli altri presenti. Il professionista avrà inoltre cura di chiedere informazioni sull'asintomaticità e apireticità di ogni partecipante prima del loro ingresso nella sede delle attività, invitando a comunicare tempestivamente eventuali positività nelle due settimane successive.
Vista l'elevata quantità di droplets che possono essere prodotti e diffondersi in una piccola stanza con vocalizzazioni continue da più persone per periodi prolungati, è importante garantire - oltre all'uso costante e corretto delle mascherine da parte di tutti - un'aerazione e igienizzazione estremamente accurata degli ambienti e oggetti (sedie etc.)
Attività collettive o aperte al pubblico che possano creare "assembramenti" sono soggette a sospensione fino a data da definirsi: tali attività devono essere tassativamente rinviate ad eccezione di quelle che si svolgono con modalità a distanza.
Il DPCM 03/11/2020 conferma che anche convegni, congressi e gli altri eventi sono vietati se non in forma online, è inoltre fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza. Anche tutti i corsi di formazione pubblici e privati possono svolgersi solo con modalità a distanza.
All'art. 1 comma 9 lettera s) del DPCM 03/11/2020, è presente un elenco relativo alle attività formative consentite su tutto il terriorio nazionale e una clausola finale di garanzia: “Sono consentiti i corsi di formazione specifica in medicina generale nonché le attività didattico-formative degli Istituti di formazione dei Ministeri dell'interno, della difesa, dell'economia e delle finanze e della giustizia, nonché del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. I corsi per i medici in formazione specialistica e le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie e medica possono in ogni caso proseguire anche in modalità non in presenza. Sono parimenti consentiti i corsi abilitanti e le prove teoriche e pratiche effettuate dagli uffici della motorizzazione civile e dalle autoscuole, i corsi per l'accesso alla professione di trasportatore su strada di merci e viaggiatori e i corsi sul buon funzionamento del tachigrafo svolti dalle stesse autoscuole e da altri enti di formazione, nonché i corsi di formazione e i corsi abilitanti o comunque autorizzati o finanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. In presenza di un particolare aggravamento della situazione epidemiologica e al fine di contenere la diffusione dell'infezione da COVID-19, sentito il Presidente della Regione o delle Regioni interessate, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti è disposta la temporanea sospensione delle prove pratiche di guida di cui all'articolo 121 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 da espletarsi nel territorio regionale e la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del citato decreto legislativo in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere dette prove. Sono altresì consentiti, gli esami di qualifica dei percorsi di IeFP, secondo le disposizioni emanate dalle singole  Regioni nonché i corsi di formazione da effettuarsi in materia di  salute  e sicurezza, a condizione che siano rispettate le misure di cui  al «Documento tecnico sulla possibile  rimodulazione  delle  misure  di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione» pubblicato dall'INAIL. Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”.
Per l’attività di “Formazione professionale” consentita, si rimanda alle linee guida n. 9 al DPCM, pagina 59, al link http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/DPCM_20201024_allegati.pdf
Il DPCM 03/11/2020 all'art. 3 comma 4 lettera g) riduce ulteriorimente le attività formative consentite per le zone a massima gravità (zone "rosse").

Un forte criterio prudenziale, per sé e per altri, deve essere sempre alla base della decisione.
  • Nelle attività a contatto con anziani o pazienti fragili (pluripatologie, etc.) si deve valutare il maggiore rischio che corrono (il rischio di mortalità è molto più elevato in queste categorie di pazienti). Sono effettuabili solo in caso di necessità, e possibilmente previo confronto con il medico curante; il professionista dovrà adottare le più rigorose regole igieniche-preventive (confronto con il medico curante, social distancing, igienizzazione rigorosa, mascherine/guanti e relativa attenzione agli aspetti comunicativi).
  • L’attività in ambito RSA o sanitario deve seguire rigorosamente le indicazioni e raccomandazioni aggiuntive del responsabile sanitario della struttura. Si ricorda che le RSA sono frequenti focolai e la grande fragilità degli ospiti delle stesse li pone ad elevato rischio.
    L'evitamento/rinvio delle prestazioni non necessarie, e il rispetto estremamente rigoroso delle procedure di sicurezza igienica è fondamentale. Le RSA sono da considerarsi strutture a "protezione speciale", in cui singoli episodi di contagio anche involontario possono produrre conseguenze estremamente gravi.
  • Attività che richiedano contatto fisico ravvicinato con uno o più pazienti (psicocorporee, psicodramma, etc.) sono a maggior rischio e vanno pertanto rinviate o sostituite con altre metodologie che garantiscano il social distancing previsto in norma.
  • Attività domiciliari (ad es., interventi ABA, interventi di riabilitazione con pazienti impossibilitati a muoversi, ecc.) sono da rinviare o sostituire, ogni qual volta sia possibile, con interventi a distanza (anche per il possibile stato di fragilità o rischio dei pazienti cui spesso tali interventi si rivolgono). Sarà utile fornire a parenti/caregivers una serie di indicazioni pratiche cui attenersi in questo periodo, e organizzare eventuali consulenze a distanza per la gestione di difficoltà o problematiche specifiche (ad es., bambini con gravi disturbi del comportamento). Esclusivamente laddove dovesse palesarsi una inderogabile necessità clinica, previo confronto con il medico curante (per pazienti con patologie) e previa attenta verifica dell'assenza di fattori di rischio (nessun soggetto sintomatico, sospetto o a rischio nel domicilio) sarà cura e responsabilità del professionista implementare le più rigorose condizioni igienico-preventive nello svolgimento dell'attività, e in seguito alla stessa.
La Commissione Paritetica Ordine-Università ha espresso un orientamento in merito allo svolgimento dei tirocini professionalizzanti durante l’emergenza sanitaria Covid-19 al fine di salvaguardare quanto più possibile le esperienze di tirocinio in corso al momento dell’insorgenza dell’emergenza sanitaria e quelle in partenza durante la stessa, garantendo al contempo il mantenimento della qualità professionalizzante dei tirocini. Per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata
Per valorizzare l’attività degli iscritti che offrono la possibilità di consulenze a distanza abbiamo attivato una nuova funzione del sito.
Per comunicare la tua disponibilità devi semplicemente entrare nella tua area riservata, selezionare la voce “Integrare e/o modificare i valori presenti nella scheda dati professionali”, scorrere le diverse sezioni, cliccare su “Sono disponibile per consulenze on line” e cliccare su “Invia” .
Come Ordine promuoveremo questa informazione presso i cittadini e le realtà del territorio in modo da rendere quanto più possibile diffusa questa opportunità.
Teniamo a precisare, anche a tua tutela, che non si tratta (se non hai le competenze e l’esperienza per farlo) di svolgere interventi propri della psicologia dell’emergenza, ma di valorizzare il lavoro che già stai svolgendo o riprenderai a svolgere.
Questione chiaramente delicata; ma la tutela di Salute Pubblica in situazione di emergenza sanitaria è prevalente rispetto alla privacy individuale. In caso tu risultassi positivo al Coronavirus, e dovessi essere quindi coinvolto in procedure di indagine epidemiologica, dovrai fornire i nominativi delle persone con cui sei venuto in contatto (non è necessario - ed è ovviamente da evitare perchè sottoposto a Segreto Professionale - lo specificare il motivo clinico; semplicemente, indicherai che hai avuto contatti ravvicinati per motivi di lavoro con una data persona).
Avvisa comunque i tuoi pazienti di questa eventuale possibilità, chiarendo preventivamente la questione e rassicurandoli sul mantenimento rigoroso del segreto professionale (ed ovviamente avvisandoli tempestivamente in caso risultassi tu positivo in futuro, perchè potrebbero essere stati a loro volta esposti da te).
Lo stesso vale per le attività che coinvolgano o abbiano coinvolto più persone: un partecipante positivo può portare a dover indicare i nomi degli altri partecipanti.
Consigliamo di scaricare la App Immuni, disponibile a questo link.
Se ti ammali, hai diritto alle normali forme di assistenza (INPS, ENPAP) previste per malattia (ad es. indennità malattia).
Le possibilità di assistenza ENPAP sono diverse:
  • Stato di Bisogno - forma di copertura speciale per situazioni personali straordinarie. E' importante sapere che non è una forma di assistenza generalizzata per chi ha avuto "solo" una temporanea deflessione delle attività lavorative (appuntamenti rinviati, formazioni annullate, etc.), ma è pensata proprio per situazioni eccezionali.
    Vanno letti con attenzione i criteri: https://www.enpap.it/servizi-per-te/assistenza-stato-di-bisogno/
Si segnala inoltre che ENPAP ha predisposto una vasta Area Informativa dedicata alle forme di assistenza/sostegno ai colleghi relative all'emergenza COVID-19 in cui troverai informazioni anche relative alle scadenze previdenziali  https://www.enpap.it/servizi-per-te/sezione-covid-19/
Fonti ufficiali sono i siti del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità, della Regione Emilia-Romagna; i Numeri Verdi regionali (per Emilia-Romagna - 800033033) e del Ministero della Salute (1500) ed i propri medici curanti.
Al link https://www.ordinepsicologier.it/it/coronavirus abbiamo mappato i servizi di supporto psicologico a distanza promossi dalle Aziende Usl e dalle associazioni di psicologia dell'emergenza e diverse risorse utili per i professionisti (vadevecum, infografiche, linee guida).
Ai link troverai numerose FAQ e numeri utili per il nostro territorio: http://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus
http://www.regione.emilia-romagna.it/coronavirus/domande-frequenti.
Adattando la comunicazione alle esigenze e istanze di ognuno, si può - a puro titolo di esempio - indicare ai clienti che è normale essere in ansia (anche perchè in questi giorni i media evidenziano molto il rischio), che è utile evitare "information overload", che è opportuno stare attenti alle molte Fake News che circolano, che si possono mettere in atto utili comportamenti protettivi (anche per aumentare il loro empowerment), e che si deve fare riferimento solo a fonti informative accreditate.
Il CNOP ha messo a disposizione della cittadinanza un Pieghevole, cartaceo e scaricabile, con utili suggerimenti
(https://www.psy.it/il-pieghevole-del-cnop-per-i-cittadini-sul-coronavirus.html).
In caso di pazienti particolarmente ansiosi, ossessivi, ipocondriaci, rupofobici, claustrofobici, con aspetti di ritiro sociale, con tratti paranoidi il clinico dovrà ovviamente esercitare particolare attenzione a esplorare il significato della situazione per loro, e come questo impatti sulla relazione clinica.
Idem per pazienti eventualmente in isolamento domiciliare con la famiglia, laddove le tematiche di consultazione fossero connesse a dinamiche famigliari disfunzionali.
Devi seguire le indicazioni di prevenzione generale (sempre), oltre alle indicazioni specifiche o aggiuntive del tuo datore di lavoro e dell’eventuale responsabile sanitario della struttura/istituzione.
Contattali se ritieni di dover svolgere funzioni potenzialmente a rischio, o hai dubbi in merito: dovranno essere sentiti RSPP e Medico Competente per quanto riguarda la tutela della salute dei dipendenti, e dovranno fornirti indicazioni operative chiare e i DPI eventualmente necessari.
E' diritto/dovere del professionista disporre ed usare correttamente appropriati DPI, secondo le indicazioni Ministeriali.
Segnala loro se hai particolari problemi di salute (pregresse patologie respiratorie, immunitarie, etc.) che ti possano rendere soggetto a maggiore rischio clinico.
Segnala immediatamente se hai dubbi sulla tua positività, o se sei "contatto stretto" di caso positivo, probabile o sospetto prima di recarti al lavoro.

Su https://solidarietadigitale.agid.gov.it è possibile reperire numerose risorse di servizi di comunicazione/piattaforme online che possono facilitare le attività dei professionisti in questo periodo, messe a disposizione gratuitamente da varie realtà private.
Skype (https://www.skype.com/it), Google Hangouts (https://hangouts.google.com), Zoom (https://www.zoom.us) e WhatsApp (https://www.whatsapp.com) sono piattaforme private - ma ad accesso gratuito per molte funzioni di base - che sono utilizzabili comodamente per attività di videochiamata con pazienti, videoconferenza, intervisione tra colleghi; presentano tutte la caratteristica fondamentale di crittografare i dati in transito, così da garantire la sicurezza delle comunicazioni.
Si ricorda inoltre che su www.eduiss.it è possibile accedere gratuitamente al corso FAD ECM (20 ECM) dell'Istituto Superiore di  Sanità, aperto a 100.000 professionisti sanitari (quindi psicologi compresi), su "Emergenza Coronavirus"; ed anche al nuovo corso "Prevenzione e Controllo delle Infezioni da Coronavirus" (FAD ECM gratuito, 6 crediti).
Al link https://bit.ly/2Q0ORQb è possibile reperire l'Informativa e i decreti sulla salute e sicurezza nel lavoro agile.
Per altre FAQ e materiali utili prodotti anche da altri Ordini https://www.ordinepsicologier.it/coronavirus-psicologi
Per rileggere tutte le newsletter inviate dall'Ordine https://bit.ly/2TBQNRK
Consulta anche la sezione del nostro sito "Materiali utili per i professionisti relativi all'emergenza sanitaria coronavirus"
In emergenza è necessario muoversi in maniera il più professionale, strutturata e coordinata possibile, anche con il sistema del soccorso (Sistema Sanitario e sistema della Protezione Civile).
Consigliamo pertanto a chi vuole dare un contributo volontario di farlo il più possibile all'interno di percorsi strutturati (organizzazioni del sistema del soccorso, associazioni di psicologia dell'emergenza riconosciute, etc.).
Invitiamo inoltre a non confondere il ben delimitato volontariato professionale in situazione di emergenza nazionale con prassi di "marketing personale", o "volontarismi senza fine": il suggerimento è quello, per chi ha comunque deciso di svolgere attività "pro-bono" in questo periodo particolare, di limitarlo strettamente al periodo emergenziale, in parallelo al proseguimento di una normale attività professionale; come Ordine, riteniamo anche opportuno ricordare ed evidenziare a tutti i colleghi la grande importanza – soprattutto in periodi di emergenza – del rispetto di una serie di "Criteri di Qualità minimi" degli interventi psicologici di supporto alla popolazione/operatori sanitari; raccomandiamo pertanto che i professionisti che abbiano deciso di attivare tali tipologie di iniziative spontanee, sia a livello individuale che organizzativo (a titolo esemplificativo: Scuole di Specializzazione, Associazioni di Psicologia dell'Emergenza, eventuali Servizi Universitari, Enti, Cooperative, etc.) condividano tali criteri minimi prudenziali, e si impegnino ad implementarli per garantire sempre il miglior standard di prestazioni professionali alla popolazione.
Li trovate, in aggiornamento continuo (compresi materiali e articoli utili) qui:
https://www.ordinepsicologiveneto.it/ita/content/le-raccomandazioni-che-i-professionisti-
si-impegnano-a-seguire
.
Si rinvia per questa questione alla posizione del CNOP qui consultabile: https://www.psy.it/attivita-psicologica-in-campogiuridico.html
Per maggiori informazioni consulta anche: https://www.ordinepsicologilazio.it/psicologi/raccomandazioni-attivita-peritale/
Ci si rifà come sempre agli accordi pregressi sui recuperi sedute.
Eventuali annullamenti, in questi giorni complessi, possono essere più frequenti del solito - è magari frustrante per il professionista, ma comprensibile in questo periodo straordinario.