L'Ordine degli Psicologi ER: «Il digitale a scuola non è un male da combattere»

Comunicato Stampa del 10.05.2023

L'Ordine regionale risponde al manifesto dei docenti bolognesi pubblicato su Astrid sui rischi della digitalizzazione

Bologna, 10 maggio 2023
- «Il digitale non è un male da combattere, né un luogo freddo a priori, ma uno strumento da conoscere che può diventare una preziosa risorsa, anche grazie all'aiuto professionale degli psicologi scolastici». L'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna risponde così al manifesto-appello di tre docenti bolognesi firmato anche da diversi esponenti del panorama culturale nazionale, il quale denuncia i rischi della digitalizzazione nella relazione alunni-docenti e contesta l'impostazione del Pnrr Scuola 4.0.

«E' naturale che per “la scuola perfetta” non sarebbero sufficienti tutti i fondi del mondo – commenta Francesca Cavallini, coordinatrice del Gruppo di Lavoro “Psicologia Scolastica” dell'Ordine regionale -, ma si va avanti con le risorse disponibili cercando di utilizzarle al meglio. Il digitale non è un male, ma deve essere conosciuto e compreso per poter rappesentare una risorsa all'interno delle scuole. La scuola non deve essere uno spazio di vita fuori dal tempo, ma un luogo in cui gli strumenti digitali vengono “umanizzati” a partire da una nuova narrazione degli stessi e utilizzati come opportunità». Secondo Cavallini, è opportuno quindi investire risorse per un «cambiamento di prospettiva» che può essere utile a insegnanti e studenti e a tutto il sistema scuola.

«Il digitale può essere un luogo meraviglioso in cui leggere, ascoltare e comprendere una poesia – continua – . Anche il virtuale può trasmettere emozioni e non comporta un “lasciarsi vivere” nella vita analogica. Il pericolo potrebbe invece sorgere laddove si lasciassero i ragazzi soli, senza essere accompagnati all'utilizzo degli strumenti digitali». Per accompagnare lo studente verso il digitale e per rafforzare le relazioni docente-alunno e docente-classe, un ruolo importante può rivistire lo psicologo scolastico. Giusto, continua la psicologa, investire risorse anche in altre attività soprattutto all'aperto, nelle competenze relazionali, nelle life skills «ma occorre utilizzare i fondi del Pnrr a disposizione per traghettare gli insegnanti verso tecnologie che utilizzino la didattica digitale e trasformino il web in un luogo caldo accogliente e inclusivo». «Ricordo che grazie alla tecnologia ci sono, per esempio, ragazzi ospedalizzati o impossibilitati a uscire di casa che possono rimanere connessi con la loro classe, relazionarsi con i docenti, fare i compiti il pomeriggio in compagnia», conclude Cavallini.

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