Modelli operativi e linee guida internazionali per l’intervento psicologico in emergenza. L’esperienza del terremoto in Abruzzo

Napoli

Il modello operativo utilizzato nell’intervento a Villanova Marche si ispira alla letteratura in ambito anglosassone (CCP, CISM, Disaster Mental Health Service di Young), ma soprattutto ai modelli europei evidence based sviluppati da IMPACT (Olanda) ed EUTOPA (Germania, Olanda, Spagna) ha spiegato Angelo Napoli - coordinatore servizio di psicologia dell’emergenza Ordine del Lazio, associazione SIPEm SoS - ripercorrendo le fasi dell’intervento effettuato nella veste di coordinatore del Nucleo di Assistenza Psicologica dell’Ordine del Lazio.

Un intervento a supporto degli sfollati abruzzesi ospitati negli alberghi e nei campeggi, che ha il suo punto di forza nella progettazione, effettuata in base alle necessità prioritariamente rilevate e alle risorse immediatamente disponibili. In emergenza l’obiettivo non è quello di “prendere in carico pazienti” ma di ridurre lo stato di crisi per favorire la remissione spontanea e l’uso delle risorse attraverso la costruzione di un contesto supportivo: accoglienza, soddisfacimento dei bisogni pratici, informazione e attività di normalizzazione. Altri compiti affidati all’assistenza psicosociale sono quelli di individuare le vittime che necessitano di assistenza immediata e offrire loro gli interventi, facilitando l’accesso ai servizi. “Siamo chiamati, nel più breve tempo possibile a dar vita ad un sistema temporaneo alternativo di risposta che affianchi il sistema istituzionale gestendo le prime fasi dell’emergenza sul campo. (…)I criteri che guidano l’intervento in emergenza devono seguire l’acronimo PIES (Proximity, Immediacy, Expectancy, Simplicity) “prossimità significa che l’approccio ambulatoriale non funziona in emergenza, è lo psicologo che deve uscire dallo studio e operare vicino al luogo dell’evento o dove sono ospitate le vittime e raggiungerle il prima possibile, avvalendosi di poche e semplici tecniche,  con la profonda convinzione che la vittima sarà in grado di tornare alla normalità in tempi brevi”. Il networking è fondamentale come pure monitorare tutte le attività, anche avvalendosi di documentazioni specifiche.
Per assicurare una continuità agli interventi, la prassi migliore è quella di integrarsi con il servizio di supporto psicosociale del territorio e circoscrivere l’intervento in base alle risorse disponibili per non rischiare di avviare processi che poi non verranno portati avanti dopo la partenza degli psicologi aggiuntivi. In due mesi di permanenza, di 5 colleghi per turno, a Villanova Marche sono stati soccorsi, dal punto di vista psicologico, 2530 sfollati di cui 300 bambini e 110 persone che avevano subito un lutto.  Sono stati realizzati 20 incontri informativi sulla gestione dello stress da evento critico, 14 incontri con gli sfollati, 3 con i dipendenti degli hotel , 3 con gli insegnanti,  11 interventi di gruppo spontanei (espressivi con bambini, con i genitori, di mediazioni tra ospiti e proprietari degli hotel), 32 gruppi continuativi settimanali. 112 sono state le schede di registrazione dei casi che hanno richiesto un intervento individuale.

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