Il Progetto Inglese “New Deal per la depressione”
Premesse
La depressione è un problema di salute mentale, con notevoli ricadute a livello della qualità della vita del singolo ed indirettamente della comunità in cui vive. Ai costi sociali si aggiungono quelli economici, spesso ingenti, se il fenomeno depressivo raggiunge dimensioni allarmanti.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la depressione colpisce circa 330 milioni di persone nel mondo (in Italia si ritiene che attorno ai 5 milioni di persone siano affette da disturbi depressivi, con il 15% di tutte le donne, contro l’8% dei maschi, e l’8-10% dei soggetti di età compresa tra 14-24 anni).
Si stima che nel 2030 la depressione sarà la seconda causa di disabilità al mondo ma la prima nei paesi industrializzati.
In alcuni paesi europei si prendono molto seriamente questi dati ai quali si è pensato di rispondere anche con ingenti stanziamenti di fondi pubblici valutati il male minore rispetto ai costi sanitari che la società sarà costretta a sostenere. Non rileviamo in Italia la stessa sensibilizzazione al problema anche se di fronte a fatti eclatanti di cronaca e alle emergenze tutti sono apparentemente disponibili a mobilitarsi.
Un’altra importante sfida sarà quella di ripensare il modo di erogare la cura nei paesi tecnologicamente avanzati. Se molti passi in avanti sono stati fatti negli ultimi decenni per garantire le prestazioni nella fase acuta di manifestazione del disagio, la sfida maggiore da raccogliere è quella di cominciare a fornire adeguata risposta ai molti altri casi di effettivo bisogno, ripensando in modo efficace a luoghi e tempi di fruizione dei servizi socio sanitari.
La scelta inglese
Proprio per tagliare le spese sanitarie inerenti alla depressione, in Inghilterra si sta compiendo una sorta di rivoluzione nella politica sanitaria nazionale, un “New Deal per la depressione”: il governo inglese ha varato un programma di intervento (prevenzione e terapia) sotto la guida del Professor Lord Richard Layard, direttore del “Centre for Economic Performance” della London School of Economics and Political Science (LSE), un prestigioso istituto di studi economici e principale collaboratore del NIHR Biomedical Research Centre for Mental Health, South London & Maudsley NHS Foundation Trust & Kings College London, UK.
L'economista inglese ha prima calcolato che in Inghilterra il 15% di tutta la popolazione è affetta da problematiche di ansia e da depressione con un costo sociale altissimo, stimato nel 2006 a 24 miliardi di euro (17 miliardi di sterline) all'anno.
La maggioranza di tali pazienti non si cura, presentando quella che una volta si chiamava depressione "mascherata", ovvero una depressione caratterizzata principalmente da sintomi somatici, stanchezza, malessere ed apatia, di entità tale da far ricorrere a medicine per il corpo (erroneamente), far perdere giornate di lavoro e peggiorare la qualità della salute e della vita.
Curare ognuna di queste persone con una psicoterapia efficace può costare circa 1200 euro a persona, ma dopo 2 anni lo Stato tra meno giornate di mutua, meno spese sanitarie e miglioramento della qualità della vita del cittadino può risparmiare circa 8700 euro.
Dal 2006 ad oggi Lord Layard ha portato avanti l'effettuazione di psicoterapia su vastissima scala in due centri pilota inglesi a Doncaster e Newham. E i primi dati, dopo 33 mesi gli danno ragione. Più della metà dei pazienti prima non curati e con disturbi depressivi e psicosomatici guariscono e mantengono un buono stato di salute dopo 10 mesi.
Un piccolo gruppo di pazienti curati (5%) ha risultati ottimi con un miglioramento sensibile della condizione lavorativa.
L'accesso al servizio sperimentale è stato di massa e salutato con favore dai pazienti, mai prima curati dal punto di vista psicoterapico.
Il progetto, con uno stanziamento di 221 milioni di euro entro il 2010 prevede la mobilitazione di circa 10.000 psicoterapeuti per il trattamento della depressione, a livello dell’assistenza di base: una opportunità per tutti i cittadini di accedere alla psicoterapia attraverso un network di psicoterapeuti di base che operano sul territorio quanto più possibile in prossimità con i pazienti ed in rete tra loro. Lord Layard ha deciso di puntare sulla psicoterapia perché sostiene che in definitiva, nel rapporto costi-benefici, convenga economicamente non solo ai pazienti ma alla collettività intera.
Secondo il “Depression Report “ della London School, depressione ed altri disturbi psicopatologici costituiscono la prima causa di disabilità lavorativa, creando un circolo vizioso che a sua volta rende ancora più problematico il re-inserimento professionale.
(Fonti La Stampa 2009- Paginemediche.it 2009- Uffico stampa Molinette Torino 2009- Donna moderna 2009 )
La depressione è un problema di salute mentale, con notevoli ricadute a livello della qualità della vita del singolo ed indirettamente della comunità in cui vive. Ai costi sociali si aggiungono quelli economici, spesso ingenti, se il fenomeno depressivo raggiunge dimensioni allarmanti.
Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la depressione colpisce circa 330 milioni di persone nel mondo (in Italia si ritiene che attorno ai 5 milioni di persone siano affette da disturbi depressivi, con il 15% di tutte le donne, contro l’8% dei maschi, e l’8-10% dei soggetti di età compresa tra 14-24 anni).
Si stima che nel 2030 la depressione sarà la seconda causa di disabilità al mondo ma la prima nei paesi industrializzati.
In alcuni paesi europei si prendono molto seriamente questi dati ai quali si è pensato di rispondere anche con ingenti stanziamenti di fondi pubblici valutati il male minore rispetto ai costi sanitari che la società sarà costretta a sostenere. Non rileviamo in Italia la stessa sensibilizzazione al problema anche se di fronte a fatti eclatanti di cronaca e alle emergenze tutti sono apparentemente disponibili a mobilitarsi.
Un’altra importante sfida sarà quella di ripensare il modo di erogare la cura nei paesi tecnologicamente avanzati. Se molti passi in avanti sono stati fatti negli ultimi decenni per garantire le prestazioni nella fase acuta di manifestazione del disagio, la sfida maggiore da raccogliere è quella di cominciare a fornire adeguata risposta ai molti altri casi di effettivo bisogno, ripensando in modo efficace a luoghi e tempi di fruizione dei servizi socio sanitari.
La scelta inglese
Proprio per tagliare le spese sanitarie inerenti alla depressione, in Inghilterra si sta compiendo una sorta di rivoluzione nella politica sanitaria nazionale, un “New Deal per la depressione”: il governo inglese ha varato un programma di intervento (prevenzione e terapia) sotto la guida del Professor Lord Richard Layard, direttore del “Centre for Economic Performance” della London School of Economics and Political Science (LSE), un prestigioso istituto di studi economici e principale collaboratore del NIHR Biomedical Research Centre for Mental Health, South London & Maudsley NHS Foundation Trust & Kings College London, UK.
L'economista inglese ha prima calcolato che in Inghilterra il 15% di tutta la popolazione è affetta da problematiche di ansia e da depressione con un costo sociale altissimo, stimato nel 2006 a 24 miliardi di euro (17 miliardi di sterline) all'anno.
La maggioranza di tali pazienti non si cura, presentando quella che una volta si chiamava depressione "mascherata", ovvero una depressione caratterizzata principalmente da sintomi somatici, stanchezza, malessere ed apatia, di entità tale da far ricorrere a medicine per il corpo (erroneamente), far perdere giornate di lavoro e peggiorare la qualità della salute e della vita.
Curare ognuna di queste persone con una psicoterapia efficace può costare circa 1200 euro a persona, ma dopo 2 anni lo Stato tra meno giornate di mutua, meno spese sanitarie e miglioramento della qualità della vita del cittadino può risparmiare circa 8700 euro.
Dal 2006 ad oggi Lord Layard ha portato avanti l'effettuazione di psicoterapia su vastissima scala in due centri pilota inglesi a Doncaster e Newham. E i primi dati, dopo 33 mesi gli danno ragione. Più della metà dei pazienti prima non curati e con disturbi depressivi e psicosomatici guariscono e mantengono un buono stato di salute dopo 10 mesi.
Un piccolo gruppo di pazienti curati (5%) ha risultati ottimi con un miglioramento sensibile della condizione lavorativa.
L'accesso al servizio sperimentale è stato di massa e salutato con favore dai pazienti, mai prima curati dal punto di vista psicoterapico.
Il progetto, con uno stanziamento di 221 milioni di euro entro il 2010 prevede la mobilitazione di circa 10.000 psicoterapeuti per il trattamento della depressione, a livello dell’assistenza di base: una opportunità per tutti i cittadini di accedere alla psicoterapia attraverso un network di psicoterapeuti di base che operano sul territorio quanto più possibile in prossimità con i pazienti ed in rete tra loro. Lord Layard ha deciso di puntare sulla psicoterapia perché sostiene che in definitiva, nel rapporto costi-benefici, convenga economicamente non solo ai pazienti ma alla collettività intera.
Secondo il “Depression Report “ della London School, depressione ed altri disturbi psicopatologici costituiscono la prima causa di disabilità lavorativa, creando un circolo vizioso che a sua volta rende ancora più problematico il re-inserimento professionale.
(Fonti La Stampa 2009- Paginemediche.it 2009- Uffico stampa Molinette Torino 2009- Donna moderna 2009 )