Il nucleo psicologico dell’emergenza in Valle D’Aosta: dal rogo del traforo del Bianco ad oggi

Venturella

In occasione dell’incidente nel traforo Monte Bianco del 1999, ha spiegato Elvira Venturella - coordinatrice dirigente psicologo del NPE, associazione Psicologi per i Popoli - su impulso di alcuni operatori del servizio 118 italiano che avevano constatato la presenza di psicologi strutturati nella squadra francese, nacque il primo nucleo di operatori chiamati a soccorrere i parenti delle vittime e i soccorritori.
Dopo questo primo intervento “in emergenza” l’azienda USL ha deliberato l’istituzione del Nucleo di Psicologi dell’Emergenza, incaricato di intervenire nelle maxiemergenze, partecipare alle esercitazioni e alla formulazione dei piani bi-nazionali di sicurezza dei tunnel transfrontalieri. Nei 3 anni successivi gli psicologi hanno scelto di garantire, in regime di volontariato, una reperibilità per i fine settimana e nelle festività per qualsiasi tipo di emergenza segnalata da PC, CRI, 118, PS. In seguito l’AUSL ha ampliato gradualmente le funzione del NPE, dalle maxiemergenze alle emergenze quotidiane, per fornire supporto psicologico alle persone coinvolte sia direttamente che indirettamente. È stata garantita una pronta disponibilità nei fine settimana e festivi con 5 psicologi retribuiti in base all’istituto contrattuale relativo alle reperibilità. Nel 2009 sono stati convenzionati altri 4 psicologi per garantire le notti.

Il NPE, unico esempio istituzionale in Italia, è composto oggi da 7 psicologi liberi professionisti e 5 dipendenti, tutti iscritti all’Associazione PxP - Emergenza VDA, appartiene alla SC di Psicologia; opera su tutto il territorio regionale e transfrontaliero, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, i Vigili del fuoco, la CRI, il GEIE del Tunnel del Monte Bianco e del Gran San Bernardo. Nel 2012 ha erogato 88 interventi di supporto, 16 di accompagnamento, 34 di consulenza, 12 di consulenza agli operatori,  15 attivazioni di altri servizi, per un totale di 303 interventi.
“L’assistenza di tipo psicologico nello scenario delle catastrofi così come nelle emergenze quotidiane” ha ricordato Venturella “appartiene ormai alla realtà del  soccorso e della presa in carico delle criticità. Ne è stata sperimentata la funzione positiva per i sopravvissuti, di sostegno e di formazione per i soccorritori e di collaborazione per un miglior funzionamento della macchina organizzativa”. Il costo del servizio è irrisorio: solo 1 euro annuo per abitante!

Le slide della dott.ssa Venturella sono visionabili a questa pagina (clicca qui)