La psicologia dell’emergenza in Italia tra passato e futuro

Tranfaglia, Palma, Zamberletti, Curcio

Nel XX° Secolo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che sono stati colpiti da eventi catastrofici circa 30 milioni individui: un terzo di questi ha perso la casa; centinaia di migliaia di persone hanno perso la vita o i loro cari. Nella sola Europa, nel nuovo millennio, si è registrato un incremento sia del numero che dell’impatto dei disastri ambientali: quasi 100.000 morti, 11 milioni di cittadini interessati su 590 milioni di residenti nell’UE e danni che superano i 150 miliardi di Euro. Questi sono i dati impressionanti forniti dal prefetto di Bologna Angelo Tranfaglia che ha raccomandato la necessità di acquisire sempre maggior consapevolezza rispetto ai temi della protezione civile e di prepararsi per tempo a queste, purtroppo, frequenti evenienze. Testimone attento dell’impegno dei colleghi che, dopo ogni catastrofe, si sono messi a disposizione per erogare l’assistenza psicologica, ha ricordato il convegno del 1997, organizzato dal CNOP, che ha reso visibile, per la prima volta in Italia, all’opinione pubblica il loro lavoro silenzioso. A suo parere l’assistenza psicologica nelle catastrofi assume un’importanza straordinaria per le vittime ma anche per i soccorritori, tanto che a Bologna la Prefettura ha già attivato corsi per la preparazione degli operatori di polizia, in collaborazione con l’Università. L’ intervento è consultabile integralmente sul sito del  Ministero dell’Interno (clicca qui).

Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Giuseppe Luigi Palma, ha sottolineato come in tutta Europa e nel mondo, in seguito ad eventi traumatici quali catastrofi e grandi calamità, l’intervento di supporto psicologico sia una realtà già ben strutturata e consolidata. “In Italia” ha aggiunto “l’Ordine ha avuto un ruolo fondamentale negli ultimi 15 anni nello stimolare questa sensibilità”, in alcune regioni gli Ordini stessi, con l’importante ausilio delle Associazioni, si sono organizzati per raccogliere elenchi di colleghi disponibili come volontari, che consentono di avere a disposizione forze sufficienti a colmare la sproporzione tra bisogno e domanda di assistenza tipico di ogni evento catastrofico. Ha affermato inoltre la valenza, anche preventiva, dell’assistenza psicologica che permette risparmi in termini di sofferenza umana ma anche in termini puramente economici. L’Ordine avrà anche il compito di definire gli standard formativi degli psicologi dell’emergenza che, a suo parere, dovrebbero prevedere un’adeguata conoscenza del sistema di protezione civile e dei suoi aspetti strutturali, delle tecniche specifiche da utilizzare in emergenza, ma anche una formazione di tipo esperienziale con la partecipazione a campi scuola ed esercitazioni.

I vari compiti affidati agli psicologi in questo ambito operativo sono stati ricordati dall’on. Giuseppe Zamberletti attraverso aneddoti che hanno messo in evidenza le difficoltà emotive, della popolazione, ma anche degli stessi professionisti del soccorso e dei rappresentanti delle istituzioni. “I vigili del fuoco hanno visto, hanno pianto. Uno per tutti” questa la frase che ha attirato la sua attenzione a Gemona del Friuli, nei tragici giorni del terremoto, era stata scritta sulla facciata del Municipio, probabilmente da un vigile del fuoco, abituato a soccorrere persone tutti i giorni ma sopraffatto come tanti dalla enormità dei danni provocati da quel terremoto. “Anche coloro che guidano le operazioni di soccorso, se non adeguatamente sostenuti dall’assistenza psicologica, rischiano di contribuire allo sconcerto generale” ha detto, devono essere aiutati a fare le scelte giuste in relazione ai bisogni della popolazione.

Un sistema efficiente di soccorsi, ha affermato Fabrizio Curcio, direttore del Servizio Gestione Emergenze del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, non deve essere improvvisato e richiede una pianificazione in ‘tempo di pace’, soprattutto deve essere organizzato “senza salti in avanti ma partendo dall’ordinario.. [questo significa] ..costruire una rete di partecipazione che deve crescere dal rapporto del territorio con le istituzioni. È controproducente portare in emergenza servizi all’avanguardia là dove poi non si è pronti a garantirne la necessaria continuità. […] Stiamo andando verso una società progredita che deve rispondere ai bisogni, non solo normativamente, la rete non la possiamo calare dall’alto ma deve crescere col territorio, con la capacità di una comunità di conoscere i propri rischi e di dare una risposta organizzativa che parta dal territorio”. Un documento approvato recentemente in Conferenza Unificata, ha spiegato, individua una tempistica di intervento per l’assistenza psicosociale che avverrà all’interno dei Posti di assistenza sociosanitaria, ambulatori da campo adibiti al ripristino degli standard preesistenti. In questi ambulatori sarà previsto un modulo specifico per l’assistenza psicologica.