Il Servizio di Psicologia e l’intervento integrato in emergenza. L’esperienza del terremoto in Emilia-Romagna

Rebecchi

Parole chiave dell’intervento messo in campo dall’Azienda USL di Modena - ha spiegato Daniela Rebecchi, direttore del settore di psicologia clinica dell’AUSL di Modena - sono state formazione e coordinamento. Dal 1997 a Modena esiste un servizio di psicologia clinica, con propria autonomia, che contiene al suo interno svariate competenze e in passato ha assistito anche gli operatori del 118. Le equipe psicologiche incaricate dell’assistenza in emergenza in occasione del terremoto erano costituite da psicologi AUSL del distretto, a cui si sono aggiunti psicologi AUSL fuori distretto e volontari psicologi psicoterapeuti selezionati. Alcuni colleghi, con esperienza specifica, sono stati incaricati del coordinamento del servizio di intervento in emergenza, saltando i livelli gerarchici interni.
Il 21 maggio erano già attive postazioni per la valutazione immediata del bisogno psicologico con equipe impegnate nella somministrazione della scheda di triage a tutta la popolazione nelle Accoglienze di Mirandola, Finale e Carpi. Dopo lo screening effettuato utilizzando la scheda di triage sono stati effettuati 4 tipi di invio: trattamento psicologico (individuale e gruppale), trattamento psichiatrico, gruppi psicoeducativi, EMDR.

L’organizzazione ha previsto complessi livelli di raccordo e coordinamento con i COC, le Istituzioni, i PMA, il Servizio di sorveglianza sanitaria, gli psicologi delle Associazioni presenti nelle tendopoli, si è inoltre fatta carico del coordinamento delle attività dei volontari, psicologi e psichiatri, psicoterapeuti dell’associazione EMDR. Punti determinanti sono stati la elaborazione di un metodo per mettere in rete il lavoro nelle tendopoli con quello sul territorio e la progettazione di interventi di psicologia di comunità per svariate problematiche che si sono presentate: i conflitti tra etnie, il ramadan, il rientro coatto a casa, la gestione dei bambini e degli adolescenti nei campi, la condivisione di progetti sociosanitari su soggetti in carico ai servizi.

Nel post terremoto, infine, sono stati realizzati interventi nelle scuole con supervisione periodica durante tutto l’anno scolastico e una formazione ai medici di medicina generale sulle reazioni psicologiche e psichiatriche a medio e lungo termine (progetto Leggieri).
I dati: 2089 persone viste di cui 340 minori, 3623 prestazioni effettuate di cui l’88, 27% verso italiani, 5,70% Nord Africa, 2,73% Europa dell’Est, 0,77% Pakistan, 0,34% India.

Le slide della dott. Rebecchi sono visionabili a questa pagina (clicca qui).