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Agevolare l'accesso alla professione dei giovani colleghi: nuove proposte della Commissione tirocini
Come Commissione Tirocini, ci preme rilevare la posizione di molti giovani laureati che, una volta concluso il percorso universitario, devono effettuare tante ore di tirocinio impegnandosi in un praticantato almeno annuale e completamente gratuito. Questo accade, per quanto di nostra conoscenza, per accedere a tutte le professioni ad esclusione dei medici.
Oltre a ciò, per i giovani laureati risulta difficile trovare una sede dove svolgere il tirocinio per cui la ricerca diventa estenuante e demotivante.
Per questo, sarebbe interessante analizzare la significatività della correlazione tra tale situazione e il target di giovani che decide di andare all'estero, oltre alla significatività della percentuale dei laureati e di chi sceglie la libera professione.
Riconoscendo il valore di sussidiarietà e di competenza delle libere professioni sarebbe auspicabile, a nostro avviso, trovare delle soluzioni di sostegno che permettano un accesso meno difficoltoso e maggiormente riconosciuto sia durante il periodo di praticantato, sia nella considerazione delle libere professioni.
L’articolo 45 del Dlgs 81/2015, recepito dalla Regione Emilia-Romagna con il GPG/2016/1052 riconosce tra le forme di apprendistato il praticantato, quale occasione di di alta formazione,che però non sembra essere adeguatamente considerata, tanto meno per i/le praticanti.
La Regione Emilia-Romagna, nei propri rapporti economici, potrebbe riconoscere quale indicatore di qualità e/o requisito necessario la presenza di praticanti in apprendistato e in questo modo valorizzarne la presenza ad esempio nei conferimenti di incarichi, negli appalti, nelle autorizzazioni al funzionamento. Questo significherebbe orientare le politiche del lavoro con un fattivo sostegno ai giovani, alle competenze e all’innovazione che essi portano.
Tale orientamento politico non avrebbe alcun incidenza sulle attuali voci di bilancio della Regione. Diversamente e a integrazione di quanto esposto, potrebbe essere uno specifico investimento ipotizzando voucher formativi che sostengano ad esempio quelle specializzazioni post laurea, obbligatorie per poter accedere ad alcuni concorsi pubblici, il cui costo però resta a completo carico dei giovani e delle loro famiglie e per periodi anche di più anni.
Invitiamo a considerare quanto sopra all’interno di un percorso di valorizzazione delle professioni intellettuali, attualmente non adeguatamente riconosciute e con comprovate difficoltà di equo compenso e pari tutele.
Bologna, 31 luglio 2020
Commissione Tirocini
Ordine degli Psicologi e delle Psicologhe Regione Emilia-Romagna