Violenza Psicologica

La violenza psicologica è una forma sottile e insidiosa di maltrattamento che viene spesso sottovalutata perché non ha effetti evidenti come quelli della violenza fisica e resta in genere nascosta all'interno delle mura domestiche. Talvolta le vittime stesse non la riconoscono come una forma di violenza, specie se si stabilisce come modalità relazionale all’interno della coppia o della famiglia. Rappresenta invece una delle più forti e distruttive espressioni manipolatorie di esercizio del potere e del controllo sulla persona, è un modo per marcarne la presunta inferiorità, per denigrala fino a farle perdere la coscienza del proprio valore. Quasi sempre anticipa le altre forme di violenza e comunque è insita in tutte.

Come si manifesta?
La violenza psicologica viene agita soprattutto attraverso la comunicazione e lo scopo è la sottomissione mentale dell'altro. Può iniziare con battute svilenti, con un atteggiamento passivo-aggressivo fondato sul ricatto, la noncuranza, la privazione della privacy, dell’autonomia e della libertà di pensiero e di azione, che disorienta subdolamente la vittima. L’aggressività latente che la contraddistingue si manifesta di frequente anche con silenzi, sguardi carichi di rancore e disprezzo, alternati a offese, minacce, umiliazioni e provocazioni volte a lederne l’autostima e a manipolarne i sensi di colpa. La persona viene così privata di ogni sicurezza, del proprio valore, resa vulnerabile ad altre forme di vittimizzazione e incapace di reagire.

Come riconoscerla?
È difficile riconoscere questa forma di violenza perché paralizza, provoca dolore e sofferenza emotiva, confonde la vittima che in questo modo rischia di non riconoscere l’aggressione subita, giustificando il proprio aggressore. Infatti spesso i persecutori alternano agli atteggiamenti prevaricatori anche momenti affettuosi, negando verbalmente i maltrattamenti attuati.
Non bisogna dimenticare che le modalità manipolatorie possono verificarsi anche in una relazione positiva, equilibrata, senza arrivare a costituire un quadro patologico. Tali manipolazioni però risultano innocue se occasionali e soprattutto rinunciabili. In un contesto relazionale caratterizzato da reciprocità in genere non c’è sbilanciamento, il potere può essere gestito da entrambi.
È il carattere di continuità, ripetitività e unidirezionalità dei meccanismi manipolatori di plagio che ne caratterizza l’aspetto violento e patologico.

Che conseguenze può avere?
La profonda sofferenza psicologica che si struttura nel tempo mina alle radici la personalità della vittima e la fiducia in se stessa, oltre che negli altri, arrivando a comprometterne seriamente la qualità di vita e di tutte le sue relazioni. Spesso a causa della distruzione psicologica subita la vittima perde anche la capacità di ribellarsi all’aggressore.

Come comportarsi se si teme di essere vittima di violenza psicologica?
È molto importante riconoscere i segnali iniziali di questa forma di violenza per poter agire il prima possibile chiedendo il supporto psicologico necessario per potersi difendere e, possibilmente, recuperare la propria libertà psicologica. Le vittime infatti, soprattutto se l’esperienza di vittimizzazione psicologica si è protratta nel tempo, impegnano spesso tempi lunghi per uscire dai contesti e dalle relazioni violente, perché è per loro particolarmente difficile individuare azioni efficaci, modificare atteggiamenti, stili cognitivi e operativi.
Altre forme di violenza psicologica:
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